Nasce in Bielorussia nel 1937 da una famiglia di umili origini. La madre resta vedova poco dopo e, da sola, manda avanti la famiglia con i tre figli.
Costretta a 17 anni a lasciare la scuola per aiutare economicamente la madre, Valentina, che ama studiare, si iscrive ad alcuni corsi per corrispondenza. Di giorno lavora e la sera studia.
Il suo sogno è diventare macchinista di treni per poter vedere altre città. Dalla finestra della sua stanza guarda il piccolo aeroporto e, spronata da un’amica, decide di iscriversi, all’insaputa della madre, ad un corso di paracadutismo.
Inizia a prendere lezioni teoriche e il 21 maggio del 1959, di primo mattino compie il suo primo lancio. Sale sul piccolo aereo e, in un misto di emozioni che vanno dalla paura all’euforia, al comando “VAI!” si lascia cadere nel vuoto. La sera tornando a casa ripensa con felicità all’esperienza ma trova la madre infuriata che le chiede spiegazioni.
Valentina confessa di essersi iscritta al corso di paracadutismo, la madre non è d’accordo e le dice che non è una cosa da ragazze ma, alla fine, cede e lascia che la figlia continui a lanciarsi.
A due anni da quel suo primo lancio, durante l’orario di lavoro in fabbrica, arriva la notizia: Yuri Gagarin ha volato nello Spazio. Era il 21 maggio del 1961.
Quel giorno Valentina inizia a sognare di diventare cosmonauta.
La Russia, dopo aver mandato il primo uomo nello Spazio decide di essere la prima nazione a mandare nello Spazio una donna:Valentina manda svariate lettere di richiesta di ammissione e, nel dicembre del 1961 viene chiamata! Dopo qualche mese inizia l’addestramento insieme ad altre 3 donne presso la “Città delle Stelle” a pochi chilometri da Mosca.
Le ragazze vengono accolte da un gruppo di cosmonauti che le accompagnano durante tutte le fasi di addestramento. Ci sono lezioni teoriche che Valentina segue con accanto proprio Gagarin che la incoraggia e la sostiene.
Durissimo è il lavoro fisico che devono affrontare: nuoto, ciclismo, tuffi, lanci e tanta palestra per rinforzare il corpo. Molte ore le passano in solitudine nella “Stanza del silenzio”, devono abituarsi a stare da sole, ad affrontare il vuoto relazionale.
Viene chiamato Nikita Krusciov a scegliere la candidata più adatta e sceglie Valentina Tereshkova “che incarna gli ideali della Russia”.
Il grande giorno arriva. Sono le 12,30 del 16 giugno 1963. Valentina, dopo aver indossato la tuta arancione che copre quella pressurizzata e il casco, sale a bordo della Vostok 6. Il cuore sembra scoppiarle in petto ma non c’è posto per la paura, non si torna indietro.
Valentina ha la sensazione che un gigante scuota l’astronave e il rumore è così assordante da offuscarle la mente, respira a fatica.
Poi all’improvviso il respiro torna regolare, il corpo diventa leggero e sente la voce di Gagarin che la chiama e la rassicura, il lancio è andato bene.
“Vedo l’orizzonte, c’è una striscia blu e lì c’è la terra. È bellissima vista da qui. Va tutto bene” queste sono le parole di Valentina dallo Spazio.
Dopo 30 giri di orbita intorno ala terra si evidenziano alcuni problemi. La capsula spaziale assume una posizione anomala e ad ogni orbita si allontana sempre più dalla terra e dalla sua forza di gravità col rischio per la Vostok 6 di perdersi nello Spazio infinito.
Altri problemi si aggiungono ma, per fortuna, tutto viene risolto e alla quarantanovesima orbita si riaccendono i motori e la navicella inizia la discesa.
Un rumore fortissimo comunica a Valentina di essere entrata nell’atmosfera e poco dopo viene lanciata fuori dall’abitacolo e dopo svariati volteggi nel cielo limpido tocca il suolo russo.
È la dodicesima persona a volare nello spazio e la prima donna a conquistare le stelle. Oggi, a più di 80 anni, dice che se esistesse un modo per andare su Marte partirebbe subito.